COMBATTERE LE ALLERGIE

La patologia allergica, negli ultimi anni, ha registrato un notevole aumento soprattutto nei paesi più sviluppati a causa prevalentemente di una minore incidenza di malattie infettive e di un maggiore inquinamento atmosferico. 

Un ruolo importante è svolto in questo campo dalle allergie respiratorie (come l’asma) che, nella loro accezione più ampia, coinvolge circa il 20% della popolazione occidentale. L’origine di gran parte delle manifestazioni allergiche a carico dell’apparato respiratorio è da ricercarsi negli ambienti domestici. 

E’ all’interno delle nostre abitazioni, infatti, che proliferano gli acari della polvere, (Dermatophagoides pteronyssinus e Dermatophagoides farinae).

Oltre nove bambini allergici su dieci, sono positivi ai test per gli acari della polvere e quindi soggetti ad asma spesso invalidante, oltre che a: rinocongiuntiviti, tosse, sinusiti e difficoltà respiratorie. 

L’ambiente ideale degli acari è rappresentato dai luoghi caldi e umidi, di conseguenza la loro presenza si concentra particolarmente nel letto, infatti, la temperatura del cuscino e del materasso su cui dormiamo (dai 20° ai 30° C),  l’umidità sprigionata dal nostro corpo (sudore), e le squame che si staccano dalla nostra cute per sfregamento della pelle con le lenzuola, sono elementi ideali per lo sviluppo di questi piccoli ragnetti. 

Negli ultimi anni si è assistito ad un moltiplicarsi dell’offerta di materassi e guanciali “antiallergici” e “antiacaro”, ma non sempre questi prodotti hanno certificazioni ufficiali che ci garantiscono di essere realmente efficaci nella battaglia agli acari.


E’ Fondamentale scegliere Materassi e Guanciali rivestiti con tessuti Anti-Acaro ma soprattutto che siano Certificati come Dispositivi Medici. 

Che cos’è l’acaro?

È un organismo di dimensione inferiore al millimetro (da 0,1 a 0,5) ed è perciò invisibile a occhio nudo: animaletto dalla forma del ragno, munito di otto zampe.La maggior quantità di acari è presente nel letto.

I materassi sono propriamente delle grandi riserve di acari.

Perciò, per un allergico all’acaro, vale la pena di proteggere il letto visto che a letto passiamo otto ore al giorno (un terzo della nostra vita).

Lo sviluppo degli acari è caratterizzato da un ciclo che prevede la fuoriuscita dalle uova di larve con 6 zampe che, in un secondo stadio, diventeranno 8. La forma adulta è raggiunta dopo 3-4 settimane. Ogni femmina produce 40-80 uova. Si alimenta principalmente di squame della pelle (forfora), molto spesso contaminate da muffe o batteri. Giornalmente ne mangia una quantità pari al 50% del proprio peso. Una persona adulta, rispettivamente ogni notte, circa 0,5-1 g di forfora, che rappresenta una razione giornaliera per circa 300000 acari.

Gli acari sono dipendenti dall’umidità dell’ambiente e dalla temperatura che influiscono sul loro benessere. Un ambiente caldo umido è la condizione ideale per il loro sviluppo. Gli allergici agli acari reagiscono a sostanze che sono parti del corpo stesso dell’acaro e, soprattutto, ai loro prodotti di secrezione (saliva) ed escrezione (feci). Ogni acaro produce circa 50 palline di escrementi al giorno. Questi hanno forma e grandezza simile ai pollini. Muovendosi entrano in sospensione nell’aria e vengono così inalati.

Come si manifesta l’allergia da acari?

Essa si manifesta sotto forma di irritazione delle vie aeree superiori e inferiori (congiuntivite, rinite, bronchite e/o asma) e anche eczema (deramtite infiammatoria). La persona che ne sospetta la presenza è invitata ad annotarsi il periodo durante il quale i disturbi si manifestano, così da fornire indizi precisi al medico che potrà eventualmente scoprire una ciclicità dei disturbi, molto sospetta per un fenomeno allergico, e procedere così a dei test cutanei e del sangue che permetteranno di definire la precisa origine allergologica.

In conclusione: esistono molteplici possibilità per far fronte all’aumento costante del fenomeno dell’allergia agli acari domestici, sia a livello di prevenzione sia a livello di terapia. Se il paziente allergico è ben informato riuscirà a conciliare le sue esigenze con quelle di un ambiente accogliente e, con l’aiuto del medico, potrà avere una qualità di vita migliore.

 

DORMIRE

Non è raro veder tornare al lavoro impiegati non del tutto svegli ed attenti.

L’atteggiamento sonnolento non è dovuto altro che ad una necessità organica di ogni uomo alla pennichella pomeridiana. Una ricerca americana ha confermato la necessità di integrare il sonno notturno con 30-60 minuti di sonno pomeridiano per dare all’organismo la possibilità di riprendersi. 

Durante il sonno vengono eliminate le tossine dal nostro corpo e ne vengono costituite delle nuove, che mettono in grado il corpo di funzionare perfettamente al risveglio. Inoltre, dormire permette alla memoria di elaborare e ritenere le informazioni raccolte dopo il risveglio, con una produttività ed un’attenzione maggiori.

Durante il sonno la temperatura corporea si abbassa e, anche d’estate, si combatte l’eccessiva calura ambientale. In America ci sono già varie aziende che hanno costituito delle zone di riposo per i propri dipendenti, ma si è ancora molto lontani dalla diffusione capillare di questa nuova moda salutare, anche se sembra più necessaria soprattutto nelle fabbriche con dipendenti turnisti, dove i maggiori incidenti si verificano proprio durante i momenti in cui la sonnolenza è al massimo livello. 
Ma anche per fare una pennichella bisogna seguire delle “regole” per ottenere il massimo dei risultati. Innanzitutto, la pennichella deve durare tra i 20 ed i 60 minuti; oltre l’ora si rischia di risvegliarsi peggio di prima. Il pasto che la precede deve essere leggero e senza alcol; questi due elementi ritardano l’addormentamento e rendono più acuto l’intontimento post-risveglio. Prima di “buttarvi sul letto” aspettate un quarto d’ora, in modo che la digestione sia avviata e preparate, intanto, l’ambiente adatto per accogliervi: buio totale, niente rumori e temperatura tra 17° e 21°. Se indossate abiti attillati, meglio toglierli; stendetevi con tranquillità e rilassatevi. Il cervello coglie queste sfumature: la posizione supina blocca gli stimoli muscolari, mentre il vestire abiti attillati manda segnali di veglia al cervello.

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Al risveglio niente di meglio che un buoncaffè per sentirvi in forma, ma non partite subito in quarta: il vostro corpo ha bisogno di qualche minuto per “riprendersi” dal torpore appena lasciato e dare il meglio di sé.